Era già lacerato dal dolore per il suicidio del
figlio, che era medico al policlinico S.Matteo di Pavia ma aveva dovuto lasciare il suo posto in seguito alle leggi razziali; a quel punto non volle più nascondersi, venne arrestato e deportato ad Auschwitz, dove fu soppresso all'arrivo perché troppo vecchio per il lavoro forzato.
Questa è una delle tante vittime dei lager nazisti di cui
l'artista tedesco Gunter Demnig ha voluto tramandare il nome con le sue
Stolpersteine (letteralmente tradotto significa "pietre da inciampo"): si tratta di cubetti di pietra
e ottone, sparsi nei marciapiedi di tutta Europa, ciascuno con
un nome inciso; in Italia ha incominciato da Roma, ricordando ebrei, zingari, omosessuali, antifascisti, carabinieri che da qui furono deportati nei lager e lì quasi tutti morirono di
stenti o furono uccisi. Questa pietra è stata posata il 23/1/2019.