Durante la Resistenza collaborò col marito a raccogliere e distribuire stampa clandestina; in seguito a delazione venne arrestata; stessa sorte ebbero il marito e il figlio sedicenne. Vennero deportati in diversi campi di lavoro forzato; lei e il figlio risuscirono a sopravvivere, nonostante le tremende condizioni affrontate nei lager.
Questa è una delle tante vittime dei lager nazisti di cui
l'artista tedesco Gunter Demnig ha voluto tramandare il nome con le sue
Stolpersteine (letteralmente tradotto significa "pietre da inciampo"): si tratta di cubetti di pietra
e ottone, sparsi nei marciapiedi di tutta Europa, ciascuno con
un nome inciso; in Italia ha incominciato da Roma, ricordando ebrei, zingari, omosessuali, antifascisti, carabinieri che da qui furono deportati nei lager e lì quasi tutti morirono di
stenti o furono uccisi. Queate pietra è stata posata 18/1/2018.