Cresciuto a Genova con i genitori, primo di cinque figli, diventò pediatra; iscritto al Partito Fascista nel 1929, volontario nella Guerra di Spagna in difesa dei franchisti, quando furono varate le leggi razziali in Italia cercò di far valere questi suoi meriti per ottenere la "discriminazione" e poter continuare a praticare la professione medica; anche sposò una ragazza non ebrea, pur con forte riprovazione della famiglia. Dopo l'Armistizio cambiarono le cose con l'occupazione tedesca, e tutta la famiglia dovette cercare luoghi nascosti per sfuggire alla cattura. A Como il 29/11/1943 riuscirono a caricarsi quasi tutti su un'autovettura diretta in Svizzera e a raggiungere la salvezza; Bruno invece rimase a terra, illudendosi di evitare guardie e delatori; ma poche settimane dopo fu arrestato, poi deportato a Fossoli, ad Auschwitz e infine a Dachau, dove trovò la morte.
Il suo nome è compreso anche in una stele a
Chiavari che ricorda le vittime della Shoah nel Tigullio.