Era figlia di un ricco imprenditore, podestà di Civitavecchia, fervente fascista che all'avvento delle leggi razziali abbandonò lei e la moglie ebrea; questo contribuì a consolidare il suo rifiuto del regime e ad avvicinarla -pur di fede cattolica- al comunismo. Incarcerata per le sue idee, aderì alla Resistenza lavorando per i Gruppi di difesa della donna; nel 1944 fu tra le fondatrici dell'Unione donne italiane, di cui fu per anni dirigente. Nelle file del Partito Comunista fu deputato dal 1948 al 1968, senatrice fino al 1972 ed europarlamentare dal 1979 al 1989. |