Il termine Curia (scritta n.9: "La nostra Curia respinge gli uomini che odiano la giustizia, le leggi e il casto pudore") non può qui riferirsi alla sede vescovile perché la Diocesi di Trevi, esistente in età paleocristiana, fu soppressa alla metà dell'XI sec. e incorporata in quella di Spoleto. A Trevi invece indicava l'edificio dove si esercitava il potere, variamente nominato nel tempo: palazzo del Comune, dei Consoli, dei Priori. Questo, anche se molto trasformato nei secoli, ebbe antica origine, almeno dal Medio Evo. Testimonianza di interventi nel XVI sec. (si leggono date fra il 1522 e il 1526) sono le epigrafi sugli stipiti delle finestre. Alcune contengono aforismi di educazione civica, con toni moralistici; altre elencano magistrati (consoli) in carica in un dato anno. Nel mezzo di ogni scritta campeggia l'immagine di una torre a tre piani, stemma della città di Trevi. Non tutte sono ben leggibili, per la presenza di numerose abbreviazioni insolite e la caduta di parti di intonaco. Devo le ottime fotografie e abbondante materiale informativo alla cortesia di Franco Spellani (Pro Loco di Trevi); fra ciò che da lui ho ricevuto c'è anche la pagina 112 del libro Da Spoleto a Trevi lungo la via Flaminia, di S.Nessi e S.Ceccaroni, Spoleto 1979: la riporto come ultimo thumbnail perché offre una utile trascrizione delle epigrafi con lo scioglimento delle abbreviazioni (anche se non tutte le scelte degli autori mi convincono). |