Da giovane collaborò con 
Gobetti ed entrò in contatto con altri intellettuali torinesi antifascisti; laureatosi in letteratura americana, insegnò e fece traduzioni. Scrisse poesie (
Lavorare stanca, 
Verrà la morte ed avrà i tuoi occhi) e romanzi (fra gli altri 
La bella estate e 
La luna e i falò). L'amicizia con antifascisti gli costò un anno di confino a Brancaleone Calabro nel 1935-36. Morì suicida.