"Figlio di un ex ufficiale napoleonico affiliato alla carboneria e ricercato dalla polizia pontificia, visse la sua infanzia a Imola presso uno zio paterno. Seguace di Mazzini, se ne distaccò nel 1857. Con alcuni suoi compagni organizzò un attentato contro l’imperatore francese Napoleone III, considerato nemico della libertà per l’intervento contro la Repubblica Romana del 1849. Il 14 gennaio 1858, a Parigi, le bombe gettate contro la carrozza imperiale provocarono 8 morti e 156 feriti, lasciando illeso Napoleone III. Catturato e condannato a morte, Orsini scrisse all’imperatore chiedendogli di appoggiare l’indipendenza italiana. Fu ghigliottinato il 13 marzo. Nell’epopea risorgimentale è considerato un eroe" (Giuliana Zanelli).
A lui i patrioti imolesi dedicarono subito una lapide che, affissa clandestinamente, fu rimossa dalla polizia pontificia. Recuperata, quasi mezzo secolo dopo venne di nuovo affissa con un’altra lapide esplicativa. |