La famiglia si trasferì a Milano, dove Giorgio frequentò l'Istituto Tecnico "Moreschi", finché non ne fu espulso nel 1938 per le leggi razziali. Nel novembre 1943 accompagnò i suoi famigliari al confine con la Svizzera, certo che così avrebbero potuto salvarsi, e si unì alle brigate di Giustizia e Libertà. Ma i suoi, respinti dal suolo svizzero, vennero arrestati e
deportati ad Auschwitz; Giorgio da partigiano affrontò pericolose missioni, fu arrestato e riuscì ad evadere; nei giorni della liberazione di Torino incappò in un posto di blocco repubblichino e venne trucidato.