Erano nati entrambi a Livorno, l'11/2/1896 il
padre, il 27/3/1931 il
figlio; Raffaello era medico ed insegnava nell'ateneo pisano; per evitare i numerosi bombardamenti aerei su Livorno sfollarono presso parenti a Roma, ma incapparono nel rastrellamento nazista del Ghetto il 16/10/1943; vennero arrestati e deportati nei lager, da cui non fecero ritorno.
Il nonno
Enrico è ricordato da una pietra a Lamporecchio (Pt), dove fu arrestato: anch'egli trovò la morte ad Auschwitz.
Queste sono due delle tante vittime dei lager nazisti di cui
l'artista tedesco Gunter Demnig ha voluto tramandare il nome con le sue
Stolpersteine (letteralmente tradotto significa "pietre da inciampo"): si tratta di cubetti di pietra
e ottone, sparsi nei marciapiedi di tutta Europa, ciascuno con
un nome inciso; in Italia ha incominciato da Roma, ricordando ebrei, zingari, omosessuali, antifascisti, carabinieri che da qui furono deportati nei lager e lì quasi tutti morirono di
stenti o furono uccisi. Queste pietre sono state posate il 17/1/2013.