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Nome e Cognome Brigante Maligno
Dove si trova salita Municipio 4 - Roccamandolfi, IS
Categoria varia
Segnalato da Franco Zatini
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Nel folklore locale il personaggio -fra lo storico e il leggendario- ha dato ispirazione ad una canzone popolare.
 
     
 
 
(Testo)

1805, il brigante "Maligno"

Sabatino Lombardi faceva il garzone presso la famiglia Cimino, quando il padrone
dopo avergli sedotto la moglie, cercò di farlo imprigionare accusandolo della rapina
e dell'uccisione di un oliandolo avvenuta tra Roccamandolfi e Castelpizzuto.
Poche sere dopo, il marchio della vergogna, ormai impresso sul suo nome e la sua
fronte, fu sottolineato ironicamente e incautamente tra i fumi dell'alcol da un tale
Bertoldo; Sabatino non trattenne più la rabbia e uccise il malcapitato finendo così
nelle carceri di Capua.
Riuscito ad evadere, il pastore ritornò tra le sue montagne deciso a vendicarsi
dei torti subiti.
In poco tempo gli armenti dei Cimino furono decimati e molti dei loro possedimenti
dati alle fiamme.
Maligno divenne una furia quando, attraverso la tortura, i suoi persecutori cerca-
rono di estorcere informazioni sul suo conto alla madre.
Non una parola uscì dalla bocca della donna e in meno che non si dica la benestante
famiglia Cimino finì quasi sul lastrico.
Il nome di Maligno e della sua banda riecheggiò per sette anni per tutto il Matese
e perfino nella pianura pugliese.
Il timore che il brigante aveva disseminato a piene mani fece crescere intorno alla
sua figura un aura di leggenda.
Durante uno dei suoi spostamenti, nei pressi di Guardiaregia, vide Lucia e non
resistette al desiderio di farla sua druda.
La ragazza qualche giorno dopo seguiva tra i monti il suo uomo, ma quando presaga
delle sciagure future, espresse il suo disappunto per l'arruolamento di tre ceffi
che avevano manifestato desiderio di unirsi alla banda, rimase inascoltata.
I nuovi briganti, conquistata la fiducia del loro capo, il giorno 12 Giugno del 1812 lo
attirarono in una grotta in località Colle Castrilli e lo uccisero.
Il corpo del brigante senza vita, portato in paese, fu diviso ed esposto in 4 angoli
della campagna, la sua testa, chiusa in una gabbia, fu posta in cima al campanile a
monito ed ammaestramento per le generazioni future.
Il giorno seguente in paese si festeggiava S.Antonio e Lucia nascosta tra i resti
del castello decise di raggiungere il suo amore lanciandosi nel vuoto.


Riassunto tratto dalle pubblicazioni di Vincenzo Berlingieri del 1891 e 1895
Pro-loco Roccamandolfi 2013


foto Zatini
 
 
     
 
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