Giornalista al Piccolo di Trieste, antifascista, nel 1943 conobbe il nobile anglo-marchigiano Max Salvadori, militante di Giustizia e Libertà, agente segreto del SOE (Special Operations Executive, organismo del controspionaggio britannico); Salvadori lo arruolò come informatore, con la falsa identità di Alberto Gavino. Rivestì il nuovo ruolo dall'8/12/1943, con un compenso di 5 scellini al giorno, mezza sterlina quando svolgeva una missione. Con altri nel febbraio 1944 fu sbarcato sulla costa marchigiana per rischiose missioni di informazione e sabotaggio. In seguito ad una spiata, nel Trentino fu bloccato da una pattuglia tedesca e ucciso. Come indennizzo della sua morte il padre ricevette dal governo britannico una somma di 200 sterline. |