Non so che cosa si intendesse qui nel 1525 per CURIA: infatti non può essere palazzo vescovile perché la diocesi di Trevi, esistente in età paleocristiana, fu soppressa alla metà dell'XI sec. e incorporata in quella di Spoleto. Si tratta comunque di una sede di autorità e l'epigrafe 1 dice che questo palazzo respinge gli uomini che hanno in odio la giustizia, le leggi e il casto pudore. Dell'epigrafe 2, anch'essa su stipite di finestra, rinuncio a capire il senso e non sono neppure certo della separazione fra le diverse parole abbreviate. Le due scritte sono associate dallo stesso stemma araldico che vi campeggia in mezzo. Di altre dello stesso palazzo riporto le immagini (vedi gli altri thumbnail) senza tentare una trascrizione; o hanno affine tono moralistico o elencano magistrati (consoli) allora in carica. |